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"Nei tempi del passaggio del fronte l'autore, ormai quindicenne, sfollò con la famiglia presso lo zio materno don Aurelio Brighi, arciprete di San Demetrio, nelle colline cesenati. Il racconto porta il lettore a vivere quasi in presa diretta le drammatiche vicende, di quegli anni, fino al ritorno a Cesena, &quando la vita ricomincia pur ancora punteggiata da "cimiteri improvvisati nei campi". E poi "un frullo d'ali" che rimanda al volo di uccelli non più spaventati dagli scoppi delle bombe. Entro queste coordinate si muove il bel libro di Pasini, nel quale, in una prosa cordiale e chiara, l'autore stringe i ricordi nel cerchio della commozione, della riconoscenza, della fede: un modo, ripercorrendo i giorni di una parentesi drammatica della storia, per dare senso alla nostra vita" (dalla presentazione di Piero Altieri).