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La Elisabetta a cui l'autrice ha affidato molto dei propri ricordi autobiografici non ha nulla a che fare con la Felicita del capolavoro di Flaubert "Un cuore semplice"; eppure, questo "Diario di un viaggio", richiama la semplicità di Felicita. E forse solo perché, in entrambi i racconti, la semplicità è solo apparente, è la patina della narrazione, non l'anima profonda. Anna Maria Pedrelli rende una testimonianza della propria vita in forma narrativa.