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Due giovani italiani, ricercatori di Storia moderna, trascorrono un periodo sabbatico a Parigi. Ignazio, nelle Catacombe della città, in passato luogo di raccolta delle ossa di milioni di parigini e ora inquietante attrattiva turistica, incontra un vecchio tedesco che vi lavora come guida clandestina. Si frequentano, diventano quasi amici. Il tedesco gli narra fatti della Seconda guerra mondiale, come l'occupazione di Parigi con le truppe dei connazionali. Svela poi particolari incarichi ricevuti in questa città e successivamente nell'est Europa, invasa dai nazisti con la volontà di annientare le "vite non meritevoli di essere vissute". Davanti al protagonista si squarcia il sipario di uno dei più funesti eventi della Storia, l'Olocausto o Shoah, da una prospettiva intima che lo mette in relazione con la vera guerra, quella combattuta dagli aguzzini contro le vittime. I personaggi sono realmente esistiti. I carnefici Adolf Eichmann, "traghettatore" degli ebrei ai lager; Rudolf Höss, comandante del campo di sterminio di Auschwitz; Josef Mengele, specialista degli esperimenti "clinici" sui detenuti; infine Christian Wirth, esecutore materiale ferocemente determinato. In contatto con essi, il chimico, ufficiale delle SS, Kurt Gerstein, che intendeva opporsi all'orrore ma non riuscì a farlo. Dall'altra parte, tra le vittime, Miklós Nyiszli, medico ebreo costretto a collaborare con Mengele, e soprattutto Janusz Korczak, celebre pedagogo, che pur potendosi forse salvare volle perire con i suoi giovanissimi allievi a Treblinka. Tra gli innocenti sacrificati splende un bimbetto che, prima di essere gettato nella camera a gas, trova per terra una collanina di corallo caduta a un coetaneo e la solleva in un gesto di vittoria. Questa immagine, fissata dallo sconvolto Gerstein in una testimonianza sul primo eccidio ufficiale col gas, indurrà Ignazio a una tranciarne decisione finale, che trasforma il suo campo di studio - la Storia - in materia personale di vita e di morte.