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Silvie Dantan è il nome d'arte di un'attrice di prosa, cinema e televisione. Orfana di entrambi i genitori, cresce con la nonna materna, Adele Timpacci, insegnante di latino e greco al liceo classico "Mamiani" di Roma e donna colta, dotata di particolare sensibilità e apertura mentale. La ragazza crescerà libera da condizionamenti. Presto scopre la sua bisessualità. L'amore fisico, che vive con disinvoltura e intensità, diventa così il cardine e allo stesso tempo il tormento della sua condizione esistenziale. Silvie non avrà la fortuna di Floria Tosca, l'eroina di Puccini. Riuscirà a vivere d'arte, di cultura, ma non a vivere d'amore, almeno non come lei l'intende, comunione di anima e di corpo. L'incontro pieno delle pulsioni erotiche e dei sentimenti le è impedito dal fatto che la sua amica del cuore, Stefania Avvedutelli, pur rappresentando, sul piano intellettuale, la sua anima gemella, è una donna emotivamente e sessualmente bloccata dall'educazione sessuofobica ricevuta nell'infanzia e nell'adolescenza. E questo aprirà la via al fallimento esistenziale di Silvie.