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Gianfranco Angelucci, che ha trascorso giorno per giorno accanto a Fedrico Fellini i sui mesi di vita, li ricostruisce con pietà e spregiudicatezza, facendo ruotare fellinianamente intorno al lettore del maestro infermo una giostra di misteriose e sensuali creature femminili, che paiono uscire dai suoi stessi film. Sono donne che lo scrittore mette in scena avvolgendole in una trama di voluttuose proiezioni oniriche, in cui è lo stesso artista-mago che agisce attraverso il suo apprendista stregone. Sospeso tra cronaca e fantasia, il romanzo è intriso di un erotismo palpitante e a tratti incandescente.