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Chi ha provato sulla propria pelle le sofferenze e le ristrettezze di un'economia di sussistenza non ha mai ceduto alle sirene della nostalgia e del rimpianto per il vecchio mondo rurale. Eppure il filo della memoria non può essere reciso se non vogliamo vivere sospesi in un eterno presente, privi di ancoraggi a ciò che fino a ieri ha dato senso alla nostra vita quotidiana. Il libro affida al linguaggio fotografico il compito di illustrare la trasformazione di Vicchio di Mugello seguendone il profilo dal punto di vista familiare, lavorativo, sociale e istituzionale, nell'arco di uno sconvolgente trentennio (1950-1980) che vede, tra l'altro, la completa disintegrazione della secolare struttura agricola mezzadrile.