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Alla grande stagione della filologia tedesca di inizio Ottocento siamo debitori della fondamentale intuizione che va sotto il nome convenzionale, e al fondo storicamente inesatto, di "metodo del Lachmann", il sistema di norme e regole che consente di chiarire i rapporti tra gli esemplari manoscritti di un'opera e almeno tentare la ricostruzione del suo "archetipo". Un altro importante portato di quegli stessi anni è il tentativo di ritrovare quei "versi" della poesia melica greca classica che gli esemplari antichi e medievali non permettevano più di intravvedere con chiarezza, presentandone i testi ora in scrittura continua, ora, dopo gli interventi della filologia ellenistica, enigmaticamente suddivisi in sequenze più brevi, i cola, con una suddivisione che si è tuttavia fatta strada nella tradizione a stampa sino alla fine del Settecento.