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Il volume è un omaggio ad un fondamentale momento coreografico e teatrale dove la danza raggiunge uno scopo unico ed irripetibile, dove l'illusoria leggerezza e facilità del balletto classico lasciano il posto alla concezione pura dell'artista che tra coreografia, musica e pittura apre una nuova porta alla danza. Per "L'après-midi d'un faune Diaghilev" si affida a Léon Bakst per i costumi e per le scene e sceglie per interprete e coreografo Nijinsky che si ispira ai bassorilievi greci ed egizi dando cosí alla coreografia una visione bidimensionale. L'intuizione di Nijinsky riesce a sublimare l'idea di Diaghilev che aveva imposto la simulazione di un orgasmo al "suo fauno" e che Nijinsky trasforma in un dionisiaco e rarefatto fremito che in quel 29 maggio del 1912 infiamma il pubblico del Théâtre du Châtelet di Parigi tra scandalo e stupore.