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Lodovico Raschellà è stato portatore di valori umani e cristiani, che migliorano la qualità della vita. Fondamentale è stata l'esperienza della guerra, che l'ha segnato in maniera indelebile. Le atrocità viste nei campi di battaglia dell'Isonzo e del Monte Tomba e del Piave hanno contribuito a consolidare una dimensione religiosa, che è stata poi una costante della sua vita: la pìetas verso Dio e verso l'umanità. Donde la scelta religiosa, tramutata in opere con l'adesione all'Azione Cattolica, la frequentazione della parrocchia della Candelora e l'amicizia personale con gli arcivescovi reggini. La scelta di dedicare la vita professionale alla scuola va compresa come propensione ad aiutare gli altri nel campo dell'istruzione e della formazione. Ancora oggi numerosi ex alunni continuano a manifestare riconoscenza e gratitudine. Il cerchio si chiude con la sua attività di studioso, che non poteva non approfondire che argomenti religiosi e storici, proprio per quanto detto sopra, nel senso che la storia va studiata, perché "magistra vitae". Al Raschellà va riconosciuto il merito di aver contribuito a rivalutare un periodo della storia calabrese tra i più gloriosi. Il monachesimo basiliano, da lui trattato, si è snodato per oltre mille anni, a partire dall'Ottocento fino al Milleottocento. I suoi frutti hanno valicato i confini regionali e perdurano ancora oggi nel Monastero di Grottaferrata, fondato dal calabrese monaco basiliano, San Nilo di Rossano.