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Nella minuziosa ricostruzione storica delle modalità e delle cause che portarono al fallimento dei tentativi di accordo tra URSS e anglo-francesi e alla decisione sovietica di sigiare il patto di non aggressione con la Germania nazista, l'autore ricorre alla analisi comparata e contestuale delle fonti britanniche, francesi e russe, utilizzando anche i materiali resi copiosamente - ma ancora disordinatamente e discrezionalmente - disponibili dall'apertura e desecretazione degli archivi sovietici dopo la fine dell'URSS. l'accesso a questo nuovo materiale sovietico d'archivio offre alcune conferme circa le valutazioni e il comportamento dei dirigenti dell'Unione Sovietica. Ciò che rende particolarmente interessante il lavoro di Carley è l'analisi contestuale di tutte le fonti. È illuminante la lettura di quelle franco-inglesi, da cui emerge l'orientamento antisovietico e la sostanziale diffidenza occidentale nei confronti dell'URSS, che a sua volta ricambiava pienamente questa diffidenza. L'illusione della diplomazia britannica di trovare ancora un appeasement con Hitler scongiurando la guerra, e la scelta deliberata di non favorire l'affermazione di un ruolo nuovo e importante che l'URSS avrebbe inevitabilmente assunto nel continente europeo, divenendo un perno essenziale dell'alleanza antitedesca (come di fatto avvenne con la partecipazione dell'URSS nel giugno 1941 all'alleanza antifascista), spingono la direzione sovietica a siglare il patto Ribentropp-Molotov.