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«Quando, a Carnevale, il carro delle ragazze smaritate a bellaposta transitava sotto le finestre del palazzotto dove stava Raffaello, da quel carro saliva un coro d'elogio appassionato cantato a tutta voce per il giovane pittore: "Bello figliolo che tu se', Raffaello, come te movi appresso a lu Papa quanno sorte a passaggiare, tu se' l'àgnolo Gabriele, ìllo pare lo tòo camariere [...]". Quando morì aveva appeno trentasette anni. Si racconta che per il dolore anche i sanpietrini si staccavano, rotolando fuori dal selciato, e mezza Roma urlando piangeva disperata.» (Dario Fo)