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1525, Tenochtitlan, la splendida capitale dell'Impero Azteco è caduta, annientata e distrutta sotto i colpi dei soldati spagnoli. Il processo di Veracruz, che vede Maiana Xochitla comparire davanti ai suoi giudici, si conclude. Torturata senza pietà, la giovane india, che fu complice e vittima del massacro del suo popolo e anche cortigiana e amante di Montezuma e di Cortes, non risponde alla sola domanda che interessa al Tribunale e alla Corte di Spagna: dov'è nascosto il tesoro degli Aztechi? Davanti al suo eroico mutismo e alla sua fede incrollabile in Quetzalcoatl, il dio Vendicatore, la sentenza è terribile, perché nessuno può uscire indenne dal braccio secolare dell'Inquisizione spagnola.