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«Vorrei dunque esprimertelo meglio e spero che tu non lo prenda come un rimprovero: era il mio "essere esclusa" dal tuo mondo italiano che con la perdita della casa fisica emergeva di nuovo e in modo forte, inaspettato. Insomma, è il dolore di qualcosa che in fin dei conti magari non avevo mai avuto e che, forse proprio per questo, è diventato nel frattempo una parte importante della mia identità». La voce nascosta racconta in modo vivo e sincero, spesso anche in forma epistolare, la storia di un'integrazione. I fari non sono orientati verso chi ha avuto il dovere di integrarsi in una realtà contraddistinta da una lingua straniera e una cultura diversa, ma nella direzione di quelli che hanno visto la luce del giorno dopo che i loro genitori si erano adattati al loro meglio nel nuovo paese.