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Jean Corty è uno dei più apprezzati pittori svizzeri. La sua parabola artistica, consumatasi nell'arco di soli vent'anni, rivela la fascinazione per l'Espressionismo nordico subita durante gli anni della formazione a Bruxelles. Il padre Francesco Corti era emigrato, come tanti ticinesi, spostandosi da Agno a Cernier (Canton Neuchâtel) per lavorare nelle cave; qui si era sposato e aveva dato vita a una dozzina di figli, tra cui il nostro Jean-Baptiste (che solo a partire dal 1940 modifica la finale del cognome trasformandolo in Corty). Quando si presentano non meglio precisati disturbi nervosi, l'artista viene trasferito nel Cantone di origine. Questo volume, pubblicato in occasione della mostra omonima, presenta unicamente le numerose opere - paesaggi e figure - da lui dipinte durante i ricoveri presso quello che all'epoca era denominato Manicomio di Mendrisio, tra il 1933 e il 1941. Donate dal pittore stesso al suo dottore Olindo Bernasconi (1892-1941), i cui discendenti le conservano ancora, sono in gran parte inedite.