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Che al centro dell'economia vi sia il denaro sembra uno di quegli assiomi che rientrano nel novero delle ovvietà. Ma la storia ci ha insegnato che là dove l'uomo ravvisa un'ovvietà spesso si nasconde la cristallizzazione di un errore. Accade così che un economista di vaglia, sovvertendo i sacri fondamenti della sua scienza, osa pronunciare l'eresia suprema: il denaro è uno strumento antiquato, e come tale va abbandonato. L'acuminata riflessione di Pierangelo Dacrema perviene a scenari di sorprendente concretezza. Il denaro, oggetto oscuro e ingovernabile, meta e ossessione degli sfruttati non meno che degli sfruttatori, può essere abolito.