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Giuseppe Bottai fu tra i pochi leader fascisti ad avere un lucido ed organico progetto politico e a ritenere che tale progetto potesse realizzarsi soltanto dotando il fascismo di un ampio e denso apparato culturale. Il "cantiere" di cui in questo volume si parla è l'Ateneo pisano, che dal 1928 divenne la sede di uno dei più interessanti esperimenti della rivoluzione totalitaria propugnata da Bottai: cambiare i canoni dell'economia e della politica tradizionali per realizzare il corporativismo, inteso come dottrina originale in grado di modificare radicalmente la società italiana. Filosofi come Spirito, Gentile e Carlini, economisti come Carli e Pacces, giuristi come Biggini, filosofi del diritto come Volpicelli costituirono il nucleo principale di questo ambizioso progetto. Il percorso di formazione dei giovani allievi del Collegio Mussolini dell'Ateneo pisano, che furono parte rilevante della nuova classe dirigente fascista, fu complesso e non privo di suggestioni innovative e di contraddizioni: Amore Bianco lo ha ricostruito per la prima volta con particolare sensibilità e basandosi su un'imponente documentazione.