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L'immagine dell'apostolo Giovanni, il discepolo dell'amore, che nel Cenacolo reclina il capo sul petto di Cristo, è forse quella che meglio descrive il compito di ogni discepolo del Signore. Se il sacerdote vuole essere un "uomo per gli altri", non deve dimenticare che lui appartiene prima di tutto a Cristo. Egli è nato nel Cenacolo, quando il Signore, spezzando il pane e benedicendo il vino dell'Ultima Cena con i suoi discepoli, anticipava con quei segni la sua offerta d'amore sull'altare della Croce. Ogni sacerdote non deve dimenticare che il suo "destino" è unito in modo imperscrutabile allo stesso "destino" del suo Maestro. Egli è stato chiamato ad essere anche ministro dell'Eucaristia in mezzo ai suoi fratelli ripresentando prima di tutto Cristo nella sua vita: non è forse questo che rende "bella" la vicenda di ogni sacerdote? Non è forse questo che rende esaltante il desiderio di donare completamente la propria vita nel servizio ai fratelli, come ha fatto Gesù?