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«"Ditta" sta a significare non una fabbrica di qualche tipo bensì un gruppetto di adolescenti, ed anche di età inferiore come all'epoca l'autore, le cui scorribande ed avventure spesso azzardate risalgono ad anni lontani. Nel racconto di Tesi si scopre la sottile poesia di chi ancora assapora le piccole cose e le custodisce come prezioso tesoro nel cuore domandandosi se esse abbiano o meno influenzato gli anni a venire, di chi ama i luoghi dove è nato e li accarezza con stupore.» (dalla presentazione di Anna Ciarapica).