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Sono passati trent'anni dalla caduta del Muro di Berlino e non poteva esserci occasione più giusta per proporre al pubblico di lettori e cinefili un libro su Edgar Reitz, tra i registi più rappresentativi del cinema tedesco contemporaneo. Firmatario, nel 1962, del "Manifesto di Oberhausen" che ha dato il via alla nascita del Nuovo Cinema Tedesco, Reitz ne è stato uno dei massimi esponenti insieme a Fassbinder, Herzog e Wenders, solo per citare i più conosciuti. Noto a livello mondiale per il ciclo di Heimat, ha raccontato e tramandato alle giovani generazioni le memorie dell'Europa novecentesca. Oltre al processo di rimozione operato dalla Germania nei confronti dell'Olocausto ("Heimat") e i fermenti artistici del '68 ("Heimat 2"), Reitz ha saputo restituire, in "Heimat 3", le speranze e i desideri di rinnovamento legati alla caduta del Muro di Berlino. La ricerca e la sperimentazione sono presenti nella totalità dell'opera di Reitz, i cui temi cardine sono il ricordo, il tempo, lo sguardo del cinema, il femminile. La monografia, che esce nel 2019 per celebrare i trent'anni dalla caduta del Muro, è la più completa e aggiornata sul regista, che vi contribuisce con una lunga intervista, ed è arricchita da schede sinottiche dettagliate e da un esauriente apparato biblio-filmografico. Prefazione di Sergio Arecco.