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Un uomo, mentre attende la nascita del primo figlio, ripensa alla propria infanzia, ai conflitti violenti tra il padre e la madre, che li avevano portati a una drammatica separazione. La voce dell'uomo e quella di lui bambino si rincorrono per tutto il romanzo, raccontando, dal punto di vista del piccolo, le liti, le paure, i gesti sconsiderati dei genitori, con la reattività forte, la purezza, e la estrema lucidità dello sguardo dell'infanzia. Sullo sfondo di una Parma insolita, fuori dagli stereotipi che la descrivono come una città dolcemente provinciale, a misura d'uomo, Guido Conti mette in scena la crisi della famiglia, non più luogo idilliaco, ma di ombre, di tensioni e insieme di affetti teneri e disarmati che spesso non trovano espressione e spazio.