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Lo scopo di questo studio è quella di fare una lettura fantastica di quattro romanzi e dei racconti più rappresentativi di Brancati, testi che raggiungono esiti non inferiori all'arte di scrittori che elaborano in maniera eterogena la tradizione della letteratura fantastica: basterebbe pensare a Pirandello, a Tozzi, a Buzzati, a Landolfi, a Bonaviri, a Tabucchi. Si mette in risalto che per Brancati la vita è una fonte inesauribile del mistero, e il realismo è l'anima del fantastico. Si vuole tracciare un quadro attento della complessa personalità bizzarra di parecchi personaggi principali e secondari delle sue opere. Si intende sia di valutare le sfumature delle metafore, degli stilemi, dei paradossi, e di altri mezzi adoperati dalla scrittura di Brancati, sia di esaminare i significati e i messaggi più seri della sua arte narrativa. Grazie anche alla sua penna che ama attingere ai miti e alla cultura di una Sicilia millenaria, Brancati si rivela un mitografo estroso che offre all'uomo moderno la possibilità di rispecchiarsi e di ritrovarsi in una sterminata quantità di rinvigoriti miti eterni.