Tab Article
Questo volume racconta una vicenda storica - di carattere precipuamente politico ma con importanti risvolti e con significative implicazioni culturali ed economico-sociali - che si sviluppa tra gli anni Cinquanta e gli anni Settanta del Novecento: lo scenario è costituito dalla Sicilia, ma sullo sfondo si intravedono più vasti contorni. Si tratta di un complesso capitolo della storia politica siciliana, illustrato da un testimone che l'ha vissuta dal di dentro. La narrazione, fluida e documentata al contempo, forte dell'esperienza giornalistica maturata in gioventù dall'autore nella redazione del settimanale Sicilia Domani - dai cui archivi spesso sono ricavate le citazioni che arricchiscono il libro -, appare sostenuta da una lucida obiettività. Gli attori della storia politica siciliana - democristiani, comunisti, socialisti, liberali - appaiono divisi su tutto, ma condividono almeno la consapevolezza che l'azione politica deve obbedire alla logica di un sano pluralismo, benché questo abbia spesso corso il rischio di degenerare nel mero correntismo o in un tornacontistico collateralismo. Così, sul filo della memoria autobiografica, si sviluppa una disamina critica che passa in rassegna gli avvenimenti di quegli anni, evidenziando gli influssi e i condizionamenti reciproci tra Roma e Palermo, e rievocando con onestà intellettuale la connivenza di alcuni politici con i potentati economici e finanziari, come pure con le organizzazioni criminali, ma anche la lotta alla mafia, alla ma la burocrazia e alla povertà delle popolazioni isolane portata avanti da altri politici più coerenti all'ideale del bene comune.