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Dall'esperienza estetica, che è una dimensione della mente, prende avvio un interessante percorso a ritroso che rintraccia nei riti entusiastici della religiosità dionisiaca l'esperienza di contemplazione e degli stati di coscienza alterati, procurati dall'iperstimolazione sensoriale. La teofania di Dioniso, attraverso lo sguardo del dio-maschera, catturava e invasava le donne addette al culto. Esse si identificavano alle mitiche Menadi, mentre gli uomini che partecipavano al simposio si identificavano ai Satiri. La musica e la danza procuravano l'enthousiasmòs, che è una forma di trance da possessione, come testimoniano le numerose scene presenti su vasi, bronzi, statue e altri significativi reperti archeologici.