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Bruno Gemelli, uno dei decani del giornalismo calabrese, sovente trasporta nei suoi libri fatti storici e di costume di cui è a conoscenza, episodi che quasi sempre occhieggiano nei suoi articoli dove non possono trovare il giusto spazio ma che servono a rendere i suoi pezzi intriganti e solidi e a respingere sardonicamente politici arrembanti che si presentano nel panorama regionale calabrese come innovatori convinti che la Storia non abbia nemmeno un A.C. ma inizi con loro. Si tratta di storie quasi sempre misconosciute che concorrono a formare un genere letterario ibrido, una commistione di fatti storici e di costume con incursioni narrative e frammenti di saggio e pertanto particolarmente godibili, scritti con la leggerezza di un stylo rapid propria del giornalismo. Dopo aver dato alle stampe per ultimi "Il grande otto", "Lo strano delitto" e "L'ape Furibonda", quest'ultimo scritto a sei mani, ci consegna adesso "Il Pappagallo silenzioso", undici nuove storie che al pari delle precedenti hanno come sfondo la Calabria.