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Vite che finiscono, vite che iniziano. Quelle che iniziano trascorrono come al bordo del nido, tra desiderio e paura di spiccare il volo. Quelle che finiscono lasciano impronte profonde, nell'assenza e nell'evocazione del ricordo. Il bordo del nido è una Calabria al passaggio nella modernità, un calderone in cui si mescolano incolpevoli malignità e luci di comprensione. Il volo ha per destinazione l'India, quella sognata, quella che è qualcosa di più e, delle volte, è anche troppo, quella che ti avvolge con il senso di morte e l'impressione di essere stranieri e abbandonati lì dove è ingombrante e terribile la presenza di Dio. In mezzo ciò che di solito riserva la vita tra asfissianti afosità e tragicomiche leggerezze. Tutto, ricordi e sensazioni che si agganciano uno all'altro, minuzie, rivelazioni, desideri e una domanda che è sempre la stessa: riuscirò a mettere i miei luoghi in ordine?