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1877. Analfabetismo e miseria dilagano nel sud d'Italia. Stefano Jacini apre un'inchiesta sulle terribili condizioni delle campagne. Claudio è il colonello inviato a comandare il presidio sulle rive dello Stretto. Qui conosce Giulia, una donna idealista reggina di trent'anni più giovane di lui e sua futura moglie. Nel Piemonte sabaudo, terra natia dell'uomo, qualcuno sconvolgerà la vita della donna: lo psichiatra e anarchico milanese Valeriano Ferrari. Proprio lui farà cadere, agli occhi di Giulia, la maschera di falso perbenismo del colonnello, uomo senza scrupoli e senza morale, consumato dalla perversione. Tra gelosie e laceranti introspezioni, i due vivranno intensi momenti storici: il fallito attentato ai danni di Umberto I del 1897, l'Esposizione di Torino, i moti di Milano, il secondo e mortale attentato al Re e, molti anni dopo, l'esperienza dannunziana a Fiume, Città di vita. Legati da un fitto filo che si annoda senza mai diventare groviglio, ma composita matassa impenetrabile, il loro fil rouge comporrà l'ordito della narrazione.