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A Kitterlegnosky non piace il Babbo Natale che conosciamo tutti, quello che arriva il 24 dicembre, con la risata bonaria, le guance rubiconde e i bambini sulle ginocchia. Lui preferisce immaginarlo a Ferragosto, su una panchina scrostata, con i bermuda sbrindellati, il fisico appesantito da vecchio clochard, e due borse sotto gli occhi figlie di notti selvagge e alcol. Sotto l'ombrellone vi racconterà di crocefissi in fiamme stipati di coca e di madri che chiedono aiuto con un coltello a serramanico in pugno. Meglio non far avvicinare i bambini. Christmas pulp ha un'unica vera protagonista: la perdita dell'innocenza. Una raccolta di personaggi divertenti e grotteschi, surreali e dissacranti. Sospeso nella più pura assenza di sensi di colpa, sventaglia mitragliate di comicità sgangherata e irresistibile. Il suo stile abrasivo brucia come un bicchiere di tequila liscia buttata giù d'un fiato. Veloce e sorprendente, il piglio sicuro di Kitterlegnosky trascina in guai senza scampo dei poveri diavoli pronti a sfracellarsi alla corsa dei carretti o a sequestrare Gesù Bambino, pur di trovare un briciolo di fortuna. Il lato davvero comico della malasorte degli ultimi.