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Una Terra che gira intorno a un Sole immobile, anziché essere il centro dell'universo. Un'infinita distesa di stelle che popolano il cielo, visibili solo al cannocchiale. Pianeti che hanno anch'essi dei satelliti, come la Terra ha la Luna. Cognizioni ovvie e condivise, oggi, ma non quattrocento anni fa, quando Galileo veniva divulgando a Padova la teoria copernicana. E se da un lato vi erano studenti e professori dalle menti aperte, che abbracciarono questa nuova visione non avendo posizioni preconcette da difendere, dall'altro le categorie che vedevano le proprie rendite di posizione minacciate da un simile stravolgimento vi si opposero con incredulità e ostilità. Erano medici legati alle pratiche astrologiche, cattolici oscurantisti e le massime autorità ecclesiastiche, severe custodi di un potere basato sull'Inquisizione. Scienziato di smisurato genio, Galileo Galilei da Pisa sarà costretto ad abiurare la teoria copernicana, ma nel suo intimo non la rinnegherà mai. È la storia che rivive oggi, a quattrocento anni di distanza, quando le nostre conoscenze sull'universo hanno conosciuto grandi avanzamenti, decollati proprio da Padova, da quelle aule in cui Galileo coraggiosamente "sgombrò primo le vie del firmamento". Oddone Longo rilegge le scoperte di Galileo - le prime osservazioni con il cannocchiale, gli studi delle maree veneziane, le controversie scientifiche con Tycho Brahe e Keplero - i dubbi e le certezze del grande scienziato in questo pamphlet agile ed esaustivo.