Tab Article
Una scrittura che riscopre tutta la potenza selvaggia e arcaica della parola, la voluttà di una musica di anarchica bellezza. Una parola che sorge per dare voce a una terra di diseredati, vagabondi, sognatori; il mondo di tutti i dannati che non si sono piegati all'ordine poliziesco dell'epoca moderna. Una voce che si fa epos, che si fa narrazione rocambolesca e quasi mitologica, per raccontare le gesta leggendarie di un manipolo di eroi ribelli e squattrinati, di sbruffoni amanti delle donne e del Barbera, che con i loro corpi e le loro piccole vite hanno tenuto in scacco per anni il potere di due nazioni. Luigi Balocchi fa rivivere la violenza dell'amore, la dolcezza della battaglia e della morte, la magia della natura, di notti e nebbie vissute all'addiaccio, nella storia del bandito Sante, che tra le due guerre si fece beffe dei Regi carabinieri, della polizia fascista e della Sùreté francese. La diserzione dall'esercito, i primi assalti ai treni, l'entrata in contatto con il movimento anarchico, l'amicizia con il ciclista Girardengo; e poi i giorni bui degli omicidi, della clandestinità sempre più braccata, della fuga in Francia. L'esistenza di un idealista libertario, di un uomo di straripante vitalità, che si fece bandito per regalare un sogno di rivalsa ai diseredati della sua terra.