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Nella prosa poetica di Efrossìni Mandà-Lasàm, una delle più interessanti autrici greco-cipriote contemporanee, Noè non sta allestendo nessuna arca: pallida comparsa, si limita a benedire il provvidenziale lavacro che potrebbe salvare la città. È infatti una straziante e tenera realtà urbana a occupare pienamente la scena: in un clima allucinato che solo la minuta quotidianità è in grado di esprimere, la città pare vivere le sue ultime ore o, forse, le premesse di una sua rigenerazione. Estraneo agli orizzonti poetici convenzionali, il libretto della scrittrice cipriota impegna il lettore in un'ardita avventura letteraria da vivere come un teso dormiveglia popolato di fantasmi bifronti, al tempo stesso incubi e speranze.