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Il nono volume della Biblioteca Barocca presenta, in edizione critica, per la cura di Marco Leone, la raffinata, originale raccolta poetica di Girolamo Cicala, un nobile salentino di origini genovesi. Ai primi del Seicento il barone di Sternatia si cimentò in una produzione poetica che potrebbe apparire ancorata a un umanesimo fuori stagione, ma che è invece il documento di una prorompente vitalità, incanalata entro gli argini di uno sperimentalismo linguistico e metrico in grado di sprigionare una feconda contaminazione tra lingua poetica italiana e lingua poetica latina.