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Si accolga come autentica novità il recupero della Ernandes non solo dei metri tradizionali italiani, ma anche di quelli, più difficili, della cosiddetta "poesia barbara". Questo suo impegno a ricercare nuove cadenze nella sperimentazione di metri sempre più conformi a ciò che sente, favorisce una benefica selezione espressiva e contenutistica. Così il contenuto si è armonizzato con una forma non limitata al lato sintattico e grammaticale. Se la poesia è nata come canto, occorre rispecchiare questa particolarità, ottenibile solo attraverso l'uso di una struttura metrica che la distingua dalla prosa. Dopo anni di applicazione e di studi (e ciò dimostra la serietà del suo sforzo) vi è arrivata la Ernandes, costituendo quasi un unicum nel panorama poetico italiano. Non so cosa resterà nel tempo della poesia costemporea. Ma essere fuori dal coro o significherà oblio, oppure il riconoscimento di un contributo. La Ernandes, ne siamo convinti, ha imboccato la seconda strada.