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L'interesse per la filosofia sembra godere oggi di buona salute: il suo pubblico partecipa in massa ai meeting estivi, affolla le conferenze dei maîtres à penser, contribuisce al fatturato dell'editoria. La domanda di senso che questo interesse esprime, non immune da forme di spettacolarizzazione e di eclettismo, è un fenomeno importante, che manifesta probabilmente l'esigenza di recuperare una distanza critica rispetto a un mercato mediatico percepito come anestesia del pensare, e allo stesso tempo individua forse nella filosofia la forma di una decente esperienza di felicità, individuale e pubblica. Questo numero di "nuova corrente" offre una ricognizione sull'attuale status quaestionis, all'interno di un'analogia possibile tra il nostro presente e la cultura ellenistica: se la filosofia sia una guida per la vita, in che limiti e in quali forme, che non siano, per esempio, versioni secolarizzate di direzione di coscienza o prassi meramente consolatorie, magari in concorrenza con il revival delle religiosità new age.