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Una lingua capace di cantare. Quella - sembra dirci "Arde nel verde" - di cui ha bisogno la poesia, la sua lingua originaria e fedele, "che non abdica all'umano". La cercano questi versi, nati in un vento leggero, di rosmarino e di magnolie; ne cercano la limpidezza, la misura, la musica per inseguire "sempre lei, la bellezza". Ecco la parola decisiva, quasi tutt'una con l'altra, che precede e continua oltre i testi, lo stupore. Uno sguardo incantato e nuziale sull'esistente. Si fondono qui qualcosa di una lezione tra Luzi e Saba, un senso classico della poesia, e qualcos'altro ancora di non definibile, una freschezza, un "tremore", come dice Bandini nella Prefazione, che fanno il fascino di questo libretto. Presentazione di Fernando Bandini.