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LA "Passéte" del titolo di questa raccolta di Francesco Granatiero, in un dialetto del Gargano, è la "traccia", l'"orma" seguita dal cane da caccia (che poi non altri che il poeta). Ma significa anche, in quella lingua, "passato". Passa da qui la geografia (e quesi si potrebbe dire la geologia) emotiva in vui la memoria dei morti e dei vivi si muove tra citazioni e voci d'una tenerezza che scongiura l'oltranza angosciosa del secolo breve" (Giovanni Tesio).