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Allontanata dalla coscienza collettiva nei travestimenti celebrativi, ludici e cronachistici della narrazione contemporanea, la guerra resta qualcosa di inspiegabile e, al contempo, troppo spesso uniformato ai canoni di un racconto rassicurante e spettacolarizzato. Contro ogni uso strumentale, l'analisi del presente libro porge una panoramica incentrata sul valore originale della testimonianza e orizzontata sul linguaggio universale del corpo, assumendo come oggetto di studio la fonte dei conflitti novecenteschi e attuali, la Prima guerra mondiale. Un attraversamento del quinquennio di sangue, crudo ma sincero, pensato in vista di una visione poliprospettica, attraverso saggi di storia della letteratura, storia contemporanea, sociologia della comunicazione e storia dell'arte.