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"Questi racconti sono vera letteratura - scrive Claudio Magris nella Prefazione del libro. - Hanno la semplicità misteriosa, il silenzioso fluire denso di inafferrabili significati, l'intuizione poetica dell'esistenza che contrassegnano la letteratura. Il linguaggio è semplice e piano, ma risonante di echi nascosti, di fuggitive intuizioni del vivere, di verità sull'amore, la solitudine, l'illusione, i piccoli gesti quotidiani in cui si condensa l'essenza - almeno in quel momento - di una vita. Ci sono fulminee incursioni nello sgomento di esistere, come quando un personaggio si chiede come si fa a dire "ti amo" a qualcuno che si conosce da sempre, penetrante affondo nell'incerto campo di tensioni sentimentali fra amicizia e amore, o come quando un altro personaggio parla non per comunicare, ma quasi per svuotarsi, per liberarsi di ciò che ha dentro, e lo soffoca, quasi il dire una cosa fosse un modo efficace per dimenticarla, come quel personaggio di Thomas Bernhard che scrive tutto ciò che vuol scordare su un foglio di carta che poi straccia furiosamente."