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1944. A diciassette anni, il fotografo triestino Ugo Borsatti, allora studente, viene chiamato al "Servizio del lavoro" e si ritrova proiettato in un universo che non conosce. Nel suo diario, miracolosamente salvato, narra quei giorni: il lavoro coatto sotto i tedeschi, la cattura da parte dei partigiani jugoslavi, la deportazione a Delnice (oggi Croazia); i lavori forzati, le fughe, le sevizie. E l'eliminazione a raffiche di mitra di ventitré prigionieri, italiani e tedeschi, militari e civili, inermi e senza colpa.