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"Pubblicando ora questa raccolta scritta ripensando al precedente "Tomàdego méo" e ad altre prove su testi di Catullo, in parte uscite nel 2008 ne "La stanchezza dell'airone", devo solo aggiungere quanto l'esperienza di un tuffo nella mia parlata nativa (pur se contaminata a volte e adattata ad esigenze espressive, a complicità di musica e di ritmo), abbia rappresentato per me un incontro speciale con fantasie e fantasmi che non mi sarebbe stato concesso ricreare altrettanto spontaneamente attraverso la lingua ufficiale; e che, per questo, quell'incontro rappresenta un momento felice, una parte viva e imprescindibile del mio riconoscermi in versi".