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Davide Finzi e Giovanni Levi, ottuagenari ebrei ferraresi al tramonto della loro esistenza, condividono una casa vetusta, un'efficiente, dolcissima badante slava e un'amicizia antica - che non solo ha attraversato parecchi decenni di storia italiana, ma è stata cementata dalle leggi fasciste, prima, e dai lager nazisti, poi. Eppure una sorta di pudore e un'inguaribile sete di vita tengono a distanza i giorni tremendi dell'odio, e i due "sfrenati" vecchi - che nelle pagine più ironiche ricordano la Strana coppia vista sul grande schermo - preferiscono "vivere alla grande" la loro ultima stagione, godendo della tavola, del buon vino, delle chiacchiere a ruota libera in scelta compagnia, tra rimembranze datate e disilluse speranze di futuro. Oltre a momenti di pura poesia, ci lasciano un messaggio semplice e forse mai compreso fino in fondo: quando la morte arriva è indispensabile farsi trovare vivi.