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"Mi sono imbarcato in un'impresa impossibile, quella di cercare un senso che ci provenga dalla vita stessa, dalle emozioni, dall'esperienza ..." È nel 1971, a seguito di una profonda crisi personale, che don Antonio Allori abbandona l'insegnamento in Seminario e parte per l'Africa, bisognoso di infondere concretezza a un apostolato che - fino a quel momento - ha privilegiato l'aspetto teorico e accademico. Ma bisognoso, soprattutto, di trovare se stesso. Incontrerà un degrado culturale e politico che lo metterà ben presto in conflitto con un potere corrotto, geneticamente colluso con venditori di armi, di droga, di uomini, interessato esclusivamente al perpetuarsi di un sistema che garantisce il profitto di pochi. In circostanze misteriose, ma in qualche modo "annunciate", troverà la morte. Vent'anni dopo, attraverso la sua corrispondenza, attraverso alcune parti del suo diario, e grazie all'aiuto di quanti a lui più sinceramente vicini, Martin de l'Isle medico che lo aveva amichevolmente frequentato in Africa, e tra coloro che ne avevano recuperato il cadavere - cercherà di far luce su quella morte, e sull'emozionante parabola di Antonio Allori. "Perduto" ne è la testimonianza appassionata.