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Racconti lievi, quelli di Maria Modesti, ma carichi di concretezza e simboli, di vite minime eppure grandiose. Di contatto con luoghi, radici, intimi ricordi che sfiorano e accarezzano i colori, i profumi, i ritmi di una natura amica dal sapore antico. Si elevano al di sopra di ogni umana aberrazione, dissipando nebbie di profonda malinconia. Sono trasportati da uno spirito libero, incapace di aggredire, ma sostenuto con inconsueta forza dalla semplicità dell'essere e dalla potenza dell'amore. Fra le righe della narrazione, che a tratti sfocia nel lirismo poetico, l'autrice svela un arcano, tanto trasparente quanto oscuro: dolore e sofferenza, spesso, altro non sono che nuove opportunità di rinascita.