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Sandro è un personaggio reale, zio vero dell'autore, della cui burrascosa esistenza la famiglia ha conservato il mito, con notizie scarse ed incerte. Si sapeva che fu fascista e repubblichino e che fu catturato sull'Appennino toscano dai partigiani nel '44. Lo salva Laura, la giovane sorella di un capo del CLN che si innamorò di lui. I due si sposarono mettendo a confronto due mondi e due culture. Tornarono a Querceto, il piccolo villaggio lucano dove viveva la famiglia del giovane. Ben presto quel matrimonio agli esordi vacilla e nella minuscola casetta sulla loggia, governata da una suocera bizzosa, il loro amore soffoca e muore. Sandro decide di emigrare in Argentina portandosi addosso l'amarezza di un fallimento, spinto anche dai timori di essere "epurato" dalla giustizia post-bellica. Si imbarca a Genova nel '49, in compagnia di Giovanna, una procace compaesana con la quale ha intessuto una storia d'amore ed insieme sbarcano a Buenos Aires dove loro incomincerà una nuova vita. Da queste scarne informazioni, le sole circolate in famiglia, l'autore ricostruisce la vita di Sandro e delle sue due donne, al di qua e al di là dell'oceano, passando per l'esperienza peronista e fino agli anni Settanta.