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Roberto Coda Zabetta è uno dei pittori più interessanti emersi in Italia sul finire degli anni Novanta e, pur giovanissimo, ha ottenuto importanti riconoscimenti quali il Premio giovane artista al Miart nel 2003 e la partecipazione alla sezione Anteprima della XIV Quadriennale d'Arte (Torino 2004). Le sue grandi tele, realizzate con smalti bianchi e neri e recentemente a colori, da cui è impossibile ottenere sfumature o effetti chiaroscurali, sono elaborazioni di volti derivati da scatti fotografici utilizzati come appunti, spesso colti nella realtà, altre volte risucchiati dall'immagine televisiva in un processo di accorpamento casuale e nevrotico. In questo libro i dipinti dei volti sono preceduti da lavori su carta raffiguranti degli embrioni e da tele di piccole dimensioni. Il libro segna quasi la chiusura di un percorso, o meglio fa il punto di una ricerca che parte dai volti in bianco e nero e arriva alla presenza del colore. I sei potenti volti urlanti per la prima volta sono racchiusi, quasi costretti, in grandi casse di legno essenziali, asciutte, che niente concedono al decoro e li bloccano, li racchiudono, quasi a impedir loro di deflagrare.