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Attraverso ottantasette voci, da Agnello a Voto, Gianfranco Morra svolge un corredo di riflessioni, tra antropologia e sociologia, che illuminano la condizione attuale dell'uomo occidentale, immerso in un contesto politico-culturale dove evidenti sono i segni di decadenza. Se in Europa invertebrata (Ares, 2006) Morra aveva denunciato limiti e insufficienze della costruzione politica europea, in questo saggio interpreta le trasformazioni avvenute nel costume e nell'etica dalla fine dell'Ottocento ai giorni nostri. Le voci qui accolte fotografano infatti i valori prevalenti nel nostro Paese, assai simili a quelli degli altri Paesi occidentali. È giudizio comune che l'Occidente, nel secolo appena trascorso, sia cambiato più che nei due millenni precedenti, e che i fondamenti della civiltà occidentale si siano oggi indeboliti al punto da produrre crisi di identità e paralisi della solidarietà. Questi valori costituiscono lo sfondo dell'Antidizionario, il riferimento a un lascito del passato indebolito e dimenticato, ma non ancora estinto. In un presente nel quale prevalgono l'eclissi della ragione, lo sfascio morale, la morte del diritto e l'assenza di Dio; e nel quale tuttavia non è difficile scorgere nostalgie di senso e attese di un recupero nel futuro. Non si tratta dunque di un "dizionario", ma di un "antidizionario", che intende cogliere gli aspetti più evidenti dell'antioccidentalismo dell'Occidente.