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Un libro «inattuale» che studia quali siano, nel quadro di processi produttivi dispiegati su scala internazionale, le condizioni di lavoro della manodopera occupata in Italia nella produzione di beni di lusso all'interno del settore della moda. L'analisi si sviluppa a partire dagli investimenti di grandi gruppi industriali in alcuni distretti italiani, in relazione alla possibilità di realizzare quella che gli autori definiscono una delocalizzazione di prossimità. L'indagine sulle catene di subfornitura a livello locale mostra un ventaglio di condizioni di lavoro molto ampio e solo in parte di pubblico dominio. Le griffes esibiscono infatti l'artigianalità e le buone retribuzioni delle loro maestranze, occultando il lavoro ripetitivo esternalizzato, a bassi salari, a piccole e medie imprese dove è consistente la presenza di lavoratori migranti e di imprenditori cinesi. Da una prospettiva inedita e attraverso un lungo percorso di ricerca sul campo, gli autori mettono in luce l'ambivalenza e la complessità di tali fenomeni nel sistema produttivo italiano.