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Era una città, Parma, in cui, in quegli anni, la vita culturale era molto attiva, dove esisteva il gusto del conversare nel prediletto Caffè Aragnino, al Circolo di Lettura, nella prestigiosa sede del Palazzo di Riserva, la reggia dei Borbone. Se vogliamo applicare agli intellettuali di Parma la teoria generazionale elaborata da Macrì, ricordiamo la generazione di Bertolucci, che di lì a poco sarebbe "emigrato" a Roma, Francesco Squarcia, che aveva indirizzato alle lettere intere generazioni di allievi del Convitto Maria Luigia, Pietrino Bianchi, il fondatore della critica cinematografica, colui che capì che il cinema era un'arte con un suo particolare linguaggio espressivo. E poi, la generazione di Mario Colombi Guidotti, Gian Carlo Artoni, poeta, Luigi Bacchini, poeta, Gian Carlo Conti, poeta. Nasceva in quegli anni la pagina quindicinale della «Gazzetta di Parma», il «Raccoglitore», tutta dedicata alla cultura, "progenitrice" delle future intere pagine letterarie dei quotidiani nazionali, e la rivista «Palatina», mentre continuava e continua tuttora la sua attività letteraria «Aurea Parma», ognuna col suo particolare carattere distintivo. Con un ricordo di Isa Guastalla.