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Dopo cinquant'anni di silenzio poetico, Gian Carlo Artoni regala queste sue nuovissime 111 poesie, composte in un anno scarso, tra il 2014 e il 2015. Entro l'iniziale eredità endecasillabica d'ampie volute sintattiche d'un tempo s'insinua dapprima - e poi predomina - il respiro sincopato e franto di versi brevi con rime frequenti. Ai ricordi riattivati dalla memoria s'intrecciano gli spunti del presente, in un connubio di serissime riflessioni esistenziali e di grazia musicale: una parola leggera, un nuovo sguardo complessivo più "ironicamente" (e autoi-ronicamente) distaccato sul mondo, sulle cose e le persone della vita intorno, fino all'accento satiri-co. Tra i vari temi e umori diaristicamente raccolti, si coglie, soggiacente o manifesta, una linea in particolare - come del resto suggerisce il titolo, "Il serpente piumato", ripreso da D. H. Lawrence - linea che si rivela il vero filo conduttore della nuova sorprendente raccolta di questo giovanissimo ultranovantenne: un'idea della vita come espressione piena della forza e bellezza dell'amore.