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Da una stanza situata nel cuore di Tashkent, in Uzbekistan, Giorgio Messori resiste al disagio di una guerra invisibile scrivendo: del suo arrivo nella "Città del pane e dei postini", del lavoro di insegnante, dei viaggi e degli incontri nelle città uzbeke e turkmene. Primo vero esordio letterario che narra di un uomo che ha viaggiato a lungo nello spazio e nel tempo della propria memoria prima di incontrare la sua vera casa, "il grande cielo dell'Asia".