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Nel 1958 Eugenio Turri intraprese il suo viaggio lungo la Via della Seta, poi forzatamente concluso a Samarcanda. Nel duro contrasto tra USA e URSS, che dominava la scena politica di quegli anni, si aprivano spazi in una sorta di pax interstiziale, basata su reciproche deterrenze, per cui si poteva accedere alla Turchia, all'Iran e all'Afghanistan senza troppa difficoltà. Durante il viaggio Turri si imbatte in società antiche, in mondi chiusi, arroccati nelle loro tradizioni asiatiche, fossero contadini o nomadi, pieni di orgoglio e di stravolgente bellezza. Il libro ha proprio negli incontri il suo interesse primo rivelandoci l'anima profonda di questi popoli.